venerdì 9 gennaio 2015

DOPO PARIGI

A due giorni di distanza dai fatti di Parigi, ho deciso di abbandonare il mio silenzio per dire che la matita deve prevalere sul kalashnikov, la satira sull’intolleranza, la ragione sul cieco fanatismo. L’aberrazione di quanto accaduto non deve però condurci ad una caccia alle streghe. Il dolore non deve trasformarsi in rabbia  contro una religione. Occorre, come sempre, in questi casi distinguere tra professanti una fede e integralisti che hanno perso l’umanità per trasformarsi in bestie feroci.

La maggioritaria comunità islamica moderata deve dare una grande mano,  ponendosi ufficialmente e visivamente dalla parte delle vittime innocenti di questa barbarie, senza sotterfugi  e tentennamenti , in nome della libertà di espressione.  Solo così potrà aiutare ad isolare queste bestie feroci, evitando che la loro caccia si trasformi in una caccia all’Islam, fomentata dai soliti ottusi destrorsi della nostra società occidentale. Evitare uno scontro di civiltà è il primo traguardo da cui partire  per iniziare a comprenderci.

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